II Domenica di Quaresima (Ano A/2020)

II Domenica di Quaresima (Ano A/2020)

In questo momento di riflessione, permettetemi di condividere con voi 4 piccoli pensieri che queste letture risvegliano in me, e che presento come proposta anche alla vostra preghiera.

1) L'extraterritorialità - non quella della Santa Sede, ma quella di ogni credente. Abramo risponde all'imperativo divino e lascia la terra, la famiglia e la casa di suo padre... è una vera rinascita, una trasformazione totale, che lo porta ad abbandonare le sue sicurezze, certezze e conquiste, e a gettarsi nel mistero della promessa divina. La patria di Abramo non è più nei confini della Mesopotamia; la sua nuova patria è nella promessa divina, cioè la sua nuova patria è la Fede che lo muove al ritmo della manifestazione della Parola di Dio. Come Abramo, abbiamo lasciato il nostro Paese, la famiglia e la casa dei Padri, e siamo venuti a Roma fiduciosi nella promessa che questa era la sua volontà. L'iniziativa è sempre di Dio. E se ci lasciamo guidare dalla fede, e non da altri interessi, saremo sempre a casa nostra, nella casa del Padre, perché saremo sempre dove il Signore ha più bisogno di ognuno di noi. 

2) La persistenza - "Soffri con me per il Vangelo" raccomandava Paolo a Timoteo. Oggi la Liturgia della Parola è abitata da personaggi così illustri e diversi: Abramo, Paolo, Timoteo, Mosè, Elia, Gesù, Pietro, Giacomo, Giovanni - cosa hanno in comune? Uomini di fede, vissuti nel deserto della vita, illuminati da Dio, sempre in cammino (pellegrinaggio / Esodo) - persone che hanno avuto momenti di stanchezza, hanno assunto il rischio, hanno preso decisioni, hanno superato le tentazioni, sono stati persistenti e non hanno abbandonato questa patria comune: la fede e la volontà di Dio. Come diceva san Paolo: "Egli infatti ci ha salvati e ci chiamati con una vocazione santa, non già in base alle nostre opere, ma secondo il suo progetto e la grazia". Per questo, quando siamo stanchi, scoraggiati e frustrati, quando non riconoscono il nostro lavoro e la nostra fatica, quando non abbiamo l'ispirazione per studiare o scrivere, quando siamo saturati e disposti a rinunciare: accettiamo l'invito di Gesù, e saliamo con Lui in un luogo più alto, più prossimo al cielo, più vicino a Dio, da dove possiamo vedere meglio il panorama generale della nostra vita.

3) Contemplazione - non sono stati soltanto Pietro, Giacomo e Giovanni a non comprendere la trasfigurazione, anzi loro sono lì e rappresentano ognuno di noi. Quante ore passo io a studiare la storia della Chiesa, a leggere i documenti, in una dura lotta con il latino, a indagare sugli eventi, a ricercare e a indagare scientificamente la presenza di Dio nella storia degli uomini, sempre con la mia tenda di libri e appunti alle spalle? Infatti, così spesso l'apparato scientifico del mio lavoro quotidiano mi impedisce di contemplare il volto luminoso e salvifico del figlio di Dio. In effetti, non ho un aspetto migliore di quei 3 in cima alla montagna, anche dopo 2000 anni... Se la trasfigurazione è l'anticipazione della risurrezione, anche la vera e intima contemplazione di Gesù mi aiuterà meglio a comprenderlo nel mio studio. Ascoltare la voce del Padre, anche in mezzo a qualche nuvola più buia, sentire l'abbraccio di Gesù che mi dice: "Alzati e non temere" sarà l'ispirazione migliore per scendere nella realtà quotidiana, e non importa quanto sia difficile scendere alla realtà più semplice di ogni giorno, perché siamo sicuri che la Fede è il luogo più affidabile per camminare verso Dio.

4) Obbedienza fruttuosa - l'obbedienza non è mai stata un esercizio facile, perciò dobbiamo prometterla solennemente in una Messa davanti a un Vescovo e a centinaia di persone. Ma quando l'obbedienza, più che esprimere sottomissione, esprime una fiducia nella bontà, nel giudizio e nell'intelligenza del prossimo, diventa feconda e non amara o desertica. L'obbedienza di Abramo, più che una sottomissione, è un esercizio di Fede, ed è quindi diventata una fonte di benedizioni (la parola più ripetuta nella prima lettura). Proprio come Maria, rispondendo all'Angelo Gabriele, che per la sua fedele e libera obbedienza si è fatto Madre del Salvatore. E così ognuno di noi è qui grazie a un atto di obbedienza.  Se la nostra obbedienza è vissuta come Abramo e Maria, sicuramente il nostro tempo qui sarà sempre fecondo e gratificante; sarà un vero e proprio momento di trasfigurazione, un incontro con il Signore, nella scienza e nella contemplazione, che ci aiuterà a tornare trasfigurati alle realtà da cui siamo venuti e a trasformarle con la luce e la grazia del Vangelo che abbiamo ricevuto qui e che ci è stata trasmessa in questa esperienza di studio. Ma, soprattutto, possiamo essere fonte di benedizione l'uno per l'altro. In questo GIORNO DELLA DONNA, Maria, modello di autentica libertà, ci aiuti ad essere una benedizione nella vita di ogni prossimo che vive con noi, trasfigurando la vita degli altri con la grazia e la gioia che ci viene da Dio. Maria, modello di tutte le madri, interceda per le madri di ognuno di noi: sia quelle che sono già partite per l'eternità, sia quelle che sono ancora tra noi, e certamente molto preoccupate per la nostra salute e il nostro benessere in questi giorni.

Lodato sia Gesù Cristo! Maria, Madre della Chiesa, prega per noi!

(Pe. Pedro Marques)