Abbeverati ad un solo Spirito

Abbeverati ad un solo Spirito

OMELIA -  12 maggio 2016

 

LETTURE: At 22, 30: 23, 6-11; Sal.15; Gv 17, 20-26

 

1. Prego anche per quelli che nella loro parola crederanno

Il Vangelo odierno è ancora il cap. 17 di Giovanni, che ci riporta la celebre "Preghiera sacerdotale" di Gesù, o meglio ancora, il suo "Testamento Spirituale". Prima di tornare al Padre, Gesù sente il bisogno di aprire il suo cuore agli Apostoli per manifestare loro i segreti che giacciono nel profondo della sua anima. Il primo di questi ci tocca da vicino e fa balzare il nostro cuore di gioia e di esultanza. Gesù afferma con chiarezza: «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola».

Ora la preghiera di Gesù abbraccia tutta i credenti, tutti coloro che accoglieranno la testimonianza degli apostoli e formeranno la sua Chiesa. La stessa unità, richiesta ai suoi prediletti, ora Egli la implora per tutti. Questa sarà motivo di adesione alla fede per molti e di gloria per il Signore. L'esclamazione dei pagani di Roma che, pur perseguitando i primi cristiani, non potevano trattenere la meraviglia vedendo e costatando l'amore che li univa, sarà l'annuncio da dare nei secoli futuri da tutti i suoi seguaci. La perfezione dell'unità sarà raggiungibile soltanto nella unione intima con Cristo: in lui e con lui saremo una cosa sola. È impossibile immaginare una Chiesa senza Cristo e cristiani frantumati da discordie e divisioni. L'annuncio cristiano, per volontà dello stesso Signore, deve necessariamente passare attraverso la via della testimonianza, dell'amore fraterno, nella perfezione dell'unità: «Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato».

Possiamo così cogliere non solo il nostro primario impegno di credenti, ma anche l'inevitabile responsabilità che incombe su ciascuno di noi. Siamo ornati di gloria per questo: «la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola».

La nostra gloria consiste nell'essere, perché redenti, figli di Dio, «abbeverati ad un solo Spirito», resi quindi capaci di amore autentico verso Dio e verso il nostro prossimo, con la perfezione che Egli stesso ci dona. Questa è la via per testimoniare l'amore del Padre per il Figlio e l'amore che Cristo ci ha donato. Il mondo è rimasto ignaro di questa meravigliosa esperienza, ma gli apostoli e tutti coloro che per mezzo loro aderiranno al vangelo, hanno il compito di farla conoscere nel corso dei secoli. È un compito arduo da cui però non possiamo esimerci.

E qual è lo scopo fondamentale della preghiera di Gesù per ciascuno di noi? È quello dell'unità con Lui e con il Padre: «perché tutti siano una cosa sola; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi... perché siano perfetti nell'unità». Gesù ci vuole introdurre nella corrente infinita di Amore che scorre tra Lui e il Padre e lo Spirito Santo!

Preparandoci alla Pentecoste, chiediamo allo Spirito di potere essere immersi anche noi, secondo la preghiera di Gesù, nella corrente d'amore che fluisce dal Padre al Figlio e al Santo Spirito.

Venga, o Padre, il tuo Spirito e ci trasformi interiormente con i suoi doni; crei in noi un cuore nuovo, perché possiamo piacere a te e cooperare al tuo disegno di salvezza. Amen. (Dall'orazione-colletta del giorno)

 

2. Nella Festa  della Madonna di Fátima

Oggi e domani  a Fátima, Portogallo, migliaia e miglia di pellegrini, mossi dallo Spirito Santo, sono presso il Santuário della Madonna, pregando per l'unità della Chiesa, per la pace, cercando di compiere ciò che la Madre di Dio e nostra Madre ha chiesto nel 1917 ai tre pastorelli: preghiera e conversione.

Commemoriamo il 25º anniversario della seconda visita di San Giovanni Paolo II al Portogallo. Concretamente, nel 12 maggio 1991 lui visitava la Diocesi di Funchal, isola di Madeira,  e nel 11 maggio le isole di São Miguel e Terceira, nelle  Azzorre. Nel 10 maggio era a Lisbona e il 12 e il 13 al Santuário di Fátima.

 

Nel 13 maggio, nell'omelia della Santa Messa celebrata a Fátima, diceva il Papa mariano:

«Il Santuario di Fatima è un luogo privilegiato, dotato di un valore speciale: ha in sé un messaggio importante per l’epoca che stiamo vivendo. È come se qui, all’inizio del nostro secolo, fossero risuonate, con una nuova eco, le parole pronunciate sul Golgota.

Maria, che era accanto alla Croce di suo Figlio, ha dovuto accettare ancora una volta la volontà di Cristo, Figlio di Dio. Ma mentre sul Golgota il Figlio le indicava soltanto un uomo, Giovanni, il discepolo che amava, qui lei ha dovuto accoglierli tutti. Tutti noi, gli uomini di questo secolo e della sua difficile e drammatica storia.

In questi uomini del XX secolo, si sono manifestate con uguale intensità sia la sua capacità di soggiogare la terra, sia la sua libertà di trasgredire al comandamento di Dio e di negarlo, come eredità del suo peccato. L’eredità del peccato si palesa come una folle aspirazione a costruire il mondo - un mondo creato dall’uomo - “come se Dio non esistesse”. È anche come se non esistesse quella Croce sul Golgota, in cui “Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello” (Sequenza pasquale), per dimostrare che l’amore è più potente della morte e che la gloria di Dio è l’uomo vivente.

Madre del Redentore!

Madre del nostro secolo!

Per la seconda volta sono davanti a Te in questo Santuario, per baciare le tue mani, perché sei stata ferma accanto alla Croce di tuo Figlio, che è la croce di tutta la storia dell’uomo anche nel nostro secolo.

Sei restata e continuerai a rimanere, posando il tuo sguardo sui cuori di questi figli e figlie che già appartengono al terzo millennio. Sei rimasta e continuerai a restare, vegliando, con mille attenzioni di madre, e difendendo, con la tua potente intercessione, l’albeggiare della Luce di Cristo in seno ai popoli e alle nazioni.

Tu sei e resterai, perché il Figlio Unigenito di Dio, tuo Figlio, ti ha affidato tutti gli uomini, quando nel morire sulla Croce ci ha introdotti nel nuovo principio di tutto ciò che esiste. La tua maternità universale, o Vergine Maria, è l’àncora sicura di salvezza dell’umanità intera.

Madre del Redentore!

Piena di Grazia!

Io ti saluto, Madre della fiducia di tutte le generazioni umane!»

(www.vatican.va)

 

 

P.Saturino da Costa Gomes, scj