L’incontro o lo scontro del Natale
Nella festa di Natale, celebriamo la gioia della nascita di Gesù fattosi uomo per abitare in mezzo a noi e ridonarci la dignità di figli di Dio. La gioia più grande che provoca il Natale di Gesù è la rivelazione piena e definitiva del Volto di Dio: Dio si fa Uomo. Chi si lascia penetrare dalla presenza di Cristo passa dal chiarore del mattino alla luce piena del giorno che illumina e irradia la Bellezza nella sua totalità totalizzante. Infatti, la luce che brilla in Cristo è il Volto di Dio da scoprire, riconoscere e accogliere ogni giorno nel povero, nel debole, nel più vulnerabile, nella persona che ci sta acanto. Così, chi incontra Cristo, incontra il Figlio Unigenito del Padre, il Fratello universale dell’uomo. Come pure, chi scopre nel povero il volto di Cristo mendicante dell’uomo, passa dal buio alla luce. Celebrare il Natale cristiano, è celebrare l’incontro di Cristo coll’uomo e dell’uomo con Cristo. Tale incontro può manifestarsi avvolte in uno scontro perché scomoda l’uomo, chiede di passare dalle tenebre alla luce, dalla confusione del peccato alla logica della misericordia di Dio, dalla colpa all’innocenza.
Questo era il centro del messaggio a cui esortava Padre Caldas, Rettore del Pontificio Collegio Portoghese, nell’omelia della santa Messa dello scorso mercoledì, ove abbiamo celebrato in un ambiante solenne e famigliare la festa di Natale, prima che i residenti e collabori del Collegio andassero via per ritrovare le proprie famiglie e parrocchie.
Un tocco particolare. Diversamente dagli altri anni, i canti liturgici e le preghiere dei fedeli erano in diverse lingue: italiano, coreano, portoghese, francese, latino, suahili e tetun. Questa varietà delle lingue ha permesso a tutti di sperimentare nella nostra Cappella non solo la cattolicità della Chiesa, ma anche di gustare la bellezza e la vitalità dei canti liturgici degli altri paesi. D’altronde, se la liturgia è la celebrazione di fede in Cristo che ci viene incontro, essa deve farsi cultura e permettere ai partecipanti di lodare gioiosamente il Cristo vivente nelle singole culture.
La seconda parte della serata, quella culturale, era composta dalla grande cena natalizia. È insignificante dire che il piatto principale fu il “bacalão” (baccalà/bacalhau), poiché siamo al Collegio Portoghese. Piatto che si degusta più che volentieri. Per tutti, era un momento molto divertente. Ognuno poteva scambiare qualche parola sul Natale e fare qualche risata. Ogni paese o gruppo di lingua presentava liberamente alcuni canti natalizi, qualche ballo tradizione (di Timorese e del Brasile), seguita dalla consueta tombola organizzata dall’equipe del personale. A notare che il grande vincitore dell’anno era Don Pietro dalla Corea.
Terminata con i canti della Schola cantorum, il presentatore ha fatto passa parola al Rettore per il ringraziamento e lo scambio dell’augurio. Dixit, vi auguriamo un Santo Natale di speranza e di incontro con Cristo. Possa la celebrazione di questo Natale aiutarci a incontrare per far incontrare agli altri Cristo, l’Unico Salvatore e Redentore dell’uomo e di ogni uomo.
Jean Rodney